Sabato 14 marzo 2020 abbiamo avuto il piacere di inaugurare a Celimontano una serie di tertulie
culturali con la diretta streaming YouTube in modo da rendere agevole la partecipazione anche da
casa delle compagne di residenza, considerata l’emergenza del corona virus in atto.
La nostra direttrice, Maria Grazia Melfi, ci ha aiutate ad avere uno sguardo gestaltico sulla
relazione di coppia nella società post-moderna che ci ha permesso di comprendere meglio alcuni
aspetti che, proprio a partire dalla coppia, si possono estendere a qualsiasi tipo di relazione. La
gestalt therapy, infatti, studia le tematiche concentrandosi sulla relazione di coppia ovverosia
analizza ciò che succede tra le persone quando si incontrano e si scontrano, quando una persona si
muove verso un’altra persona, quali problemi possono nascere e come si possono risolvere
all’interno del contesto di riferimento di ciascuna.
Tre i temi che sono stati affrontati nel corso dell’incontro: la scelta del partner, le fasi di una
coppia, e infine alcuni spunti di riflessione sulle coppie in crisi.
La coppia in questo momento galleggia in una società molto liquida poiché sono venuti meno i
punti di riferimento e si assiste altresì ad un cambiamento delle regole del lavoro, all’avanzamento
della tecnologia e ad altri stravolgimenti che possiamo definire epocali. In questo contesto si
inserisce il rapporto di coppia che necessita di approcci nuovi e implica la riscoperta di cosa
significa stare insieme in una società in continua evoluzione.
Con riferimento al primo tema proposto, la scelta del partner, sono stati analizzati i fattori che
esercitano un’influenza e sono riconducibili essenzialmente alla fobia dell’autonomia e fobia
dell’appartenenza. In ogni legame ci possono essere queste due paure e l’equilibrio porta il legame
a svilupparsi. La fobia dell’appartenenza deriva principalmente dalla soggettività di ciascuno. C’è,
infatti, una forte accentuazione dei propri bisogni personali, una spinta marcata
all’autorealizzazione e al desiderio di avere obiettivi specifici nello studio, nel lavoro. In una parola:
c’è una tendenza molto importante a crescere come persona e questo può rappresentare un
vantaggio rispetto alle generazioni precedenti in cui prevaleva, in vari e differenti contesti
(famiglia, partiti politici, società) la dimensione del “noi” al posto di quella dell’“io” e, dunque,
l’individualità veniva sacrificata per e a vantaggio della collettività. D’altro canto, la fobia
dell’autonomia può generare una paura del legame poiché potrebbe portare a qualche rinuncia.
Un altro aspetto molto significativo che influisce nella scelta del partner è rappresentato dai
rapporti con le rispettive famiglie di origine, con le radici familiari e i legami che creano piccole o
grandi ferite. L’elemento positivo a tal riguardo è che il rapporto di coppia fa fare i conti con sé
stessi, ci fa vedere le ferite e può alleviarle e curarle assumendo un atteggiamento proattivo a
vantaggio di quello reattivo. Infine, anche l’intercorporeità può assumere rilievo così come la
concezione del maschile e del femminile in un contesto in cui l’uomo non è più soltanto Re della
polis ma entra nell’oikos e la donna non è più regina dell’oikos ma entra nella polis. Ciò implica un
nuovo esercizio di grammatica del maschile e del femminile all’interno della coppia e suscita alcuni
interrogativi profondi: qual è il tuo campo? qual è il mio? come gestiamo insieme la casa?
Declinati i profili di influenza nella scelta del partner, nella seconda parte della tertulia sono state
messe in luce le fasi della coppia, che possono essere cicliche ma non necessariamente. La prima è
quella dell’innamoramento che si riassume nella frase “non posso vivere senza di te” ma sono guai
se non finisce poiché è necessario e doveroso passare dal bisogno al desiderio dell’altro/a.
La seconda può essere quella della delusione in cui si comincia a fare i conti con sé stessi e con
l’altro/a che può portare ciascuno a dire dell’altro/a “non ti riconosco più”. Talvolta vi può essere il
tradimento in cui il partner cerca fuori dal rapporto di coppia qualcosa che non riesce a trovare al
culturali con la diretta streaming YouTube in modo da rendere agevole la partecipazione anche da
casa delle compagne di residenza, considerata l’emergenza del corona virus in atto.
La nostra direttrice, Maria Grazia Melfi, ci ha aiutate ad avere uno sguardo gestaltico sulla
relazione di coppia nella società post-moderna che ci ha permesso di comprendere meglio alcuni
aspetti che, proprio a partire dalla coppia, si possono estendere a qualsiasi tipo di relazione. La
gestalt therapy, infatti, studia le tematiche concentrandosi sulla relazione di coppia ovverosia
analizza ciò che succede tra le persone quando si incontrano e si scontrano, quando una persona si
muove verso un’altra persona, quali problemi possono nascere e come si possono risolvere
all’interno del contesto di riferimento di ciascuna.
Tre i temi che sono stati affrontati nel corso dell’incontro: la scelta del partner, le fasi di una
coppia, e infine alcuni spunti di riflessione sulle coppie in crisi.
La coppia in questo momento galleggia in una società molto liquida poiché sono venuti meno i
punti di riferimento e si assiste altresì ad un cambiamento delle regole del lavoro, all’avanzamento
della tecnologia e ad altri stravolgimenti che possiamo definire epocali. In questo contesto si
inserisce il rapporto di coppia che necessita di approcci nuovi e implica la riscoperta di cosa
significa stare insieme in una società in continua evoluzione.
Con riferimento al primo tema proposto, la scelta del partner, sono stati analizzati i fattori che
esercitano un’influenza e sono riconducibili essenzialmente alla fobia dell’autonomia e fobia
dell’appartenenza. In ogni legame ci possono essere queste due paure e l’equilibrio porta il legame
a svilupparsi. La fobia dell’appartenenza deriva principalmente dalla soggettività di ciascuno. C’è,
infatti, una forte accentuazione dei propri bisogni personali, una spinta marcata
all’autorealizzazione e al desiderio di avere obiettivi specifici nello studio, nel lavoro. In una parola:
c’è una tendenza molto importante a crescere come persona e questo può rappresentare un
vantaggio rispetto alle generazioni precedenti in cui prevaleva, in vari e differenti contesti
(famiglia, partiti politici, società) la dimensione del “noi” al posto di quella dell’“io” e, dunque,
l’individualità veniva sacrificata per e a vantaggio della collettività. D’altro canto, la fobia
dell’autonomia può generare una paura del legame poiché potrebbe portare a qualche rinuncia.
Un altro aspetto molto significativo che influisce nella scelta del partner è rappresentato dai
rapporti con le rispettive famiglie di origine, con le radici familiari e i legami che creano piccole o
grandi ferite. L’elemento positivo a tal riguardo è che il rapporto di coppia fa fare i conti con sé
stessi, ci fa vedere le ferite e può alleviarle e curarle assumendo un atteggiamento proattivo a
vantaggio di quello reattivo. Infine, anche l’intercorporeità può assumere rilievo così come la
concezione del maschile e del femminile in un contesto in cui l’uomo non è più soltanto Re della
polis ma entra nell’oikos e la donna non è più regina dell’oikos ma entra nella polis. Ciò implica un
nuovo esercizio di grammatica del maschile e del femminile all’interno della coppia e suscita alcuni
interrogativi profondi: qual è il tuo campo? qual è il mio? come gestiamo insieme la casa?
Declinati i profili di influenza nella scelta del partner, nella seconda parte della tertulia sono state
messe in luce le fasi della coppia, che possono essere cicliche ma non necessariamente. La prima è
quella dell’innamoramento che si riassume nella frase “non posso vivere senza di te” ma sono guai
se non finisce poiché è necessario e doveroso passare dal bisogno al desiderio dell’altro/a.
La seconda può essere quella della delusione in cui si comincia a fare i conti con sé stessi e con
l’altro/a che può portare ciascuno a dire dell’altro/a “non ti riconosco più”. Talvolta vi può essere il
tradimento in cui il partner cerca fuori dal rapporto di coppia qualcosa che non riesce a trovare al
suo interno. È dunque fondamentale aiutare le coppie a capirsi e ad analizzare nella dinamica
relazionale e non individuale tali aspetti problematici.
L’ultima fase è quella della ridecisione in cui ciascuno/a dice all’altro/a “io ti scelgo di nuovo” ed è
questo il momento in cui si scopre la libertà e la realizzazione di entrambi all’interno della coppia
perché quest’ultima porta un bene relazionale diverso dalla somma dei singoli beni individuali.
Il quadro tracciato dalla nostra direttrice, in definitiva, ci ha permesso di capire che la coppia si
trova e sta attraversando una fase nuova alla quale è necessario guardare con strumenti nuovi. La
diversità non è un out-out ma può essere una grande opportunità al pari del conflitto che può
insegnare a scoprire parole nuove da inserirvi e può consentire di guardare in profondità al vissuto
di ciascuno.
relazionale e non individuale tali aspetti problematici.
L’ultima fase è quella della ridecisione in cui ciascuno/a dice all’altro/a “io ti scelgo di nuovo” ed è
questo il momento in cui si scopre la libertà e la realizzazione di entrambi all’interno della coppia
perché quest’ultima porta un bene relazionale diverso dalla somma dei singoli beni individuali.
Il quadro tracciato dalla nostra direttrice, in definitiva, ci ha permesso di capire che la coppia si
trova e sta attraversando una fase nuova alla quale è necessario guardare con strumenti nuovi. La
diversità non è un out-out ma può essere una grande opportunità al pari del conflitto che può
insegnare a scoprire parole nuove da inserirvi e può consentire di guardare in profondità al vissuto
di ciascuno.
Sandra Bortolini